giovedì 31 luglio 2008

La Sublimità della Sacra Comunione



Il vescovo ausiliare di Karaganda in Kazakhistan, Monsignore Athanasius Schneider, a parlato con Gloria.TV sul suo libro "Dominus est" in cui egli critica con forza la comunione in mano.
(fonte: gloria tv)

L’immenso clamore mediatico suscitato dalla pubblicazione, della Editrice Vaticana, del libro “Dominus est”, che raccoglie le riflessioni di un vescovo dell’Asia Centrale, Mons. Athanasius Schneider, sulla sacra Comunione, ha fatto si che questo titolo potesse sbarcare anche sulla rete internet.

Dopo essere stata onorata dellaprefazione di Mons. Malcom Ranjith, segretario della Congregazione del Culto Divino e della Disciplina dei Sacramenti, questo importante lavoro ha avuto ampie ripercussioni in tutto il mondo e per sincerarsene basta infatti entrare sulla home page di google e ricercare le seguenti parole chiave: “Ranjith Athanasius Schneider”, per formarsi una piccola idea di quanta strada queste pagine abbiano già percorso a pochi giorni dalla loro pubblicazione.

Una testimonianza ulteriore per chi ancora ne avesse bisogno, di quanto sia forte e radicato il desiderio di adorare Dio nel Santissimo Sacramento, e di prestare il dovuto rispetto.

martedì 29 luglio 2008

I miei ricordi di Suor Faustina - Don Michele Sopocko


In questo brano è possibile trovare un' esperienza inedita dei fatti accaduti a Santa Faustina Kowalska e della missione affidatale da Gesù.
Con parole semplici e grande umiltà, leggiamo i modi con i quali tale messaggio è giunto ed è stato accolto dall'animo di questo sacerdote, scelto da Dio per la sua diffusione nel mondo.

Buona lettura!

Ci sono delle verità di fede che sembrano esser conosciute, di cui si parla spesso, ma senza capirle e tantomeno viverle. E così successe pure a me, per quanto riguarda la verità della Divina Misericordia. Tante volte ricordai questa verità nelle meditazioni, specialmente durante i ritiri spirituali, tante volte ne parlai nelle omelie e ripetendo le parole delle preghiere liturgiche, ma non cercavo di approfondirne il contenuto e l’importanza per la vita spirituale: in particolare non riuscivo a capire, e all’inizio non potevo accettare che la Divina Misericordia è l’attributo più alto di Dio Creatore, Salvatore, Santificatore. Ci voleva un’anima semplice e santa, profondamente unita a Dio, la quale – come credo – per ispirazione Divina me ne parlò incitandomi a studiare, cercare e riflettere su questo tema.
Quest’anima era suor Faustina, ora defunta (Helena Kowalska) della Congregazione delle Suore della Beata Vergine Maria della Misericordia. Essa lentamente arrivò a convincermi al punto tale che oggi considero il culto della Misericordia Divina, e particolarmente l’istituzione della festa della Divina Misericordia la prima domenica dopo Pasqua come uno degli obiettivi prioritari della mia vita.
Conobbi suor Faustina in estate (a luglio o ad agosto del 1933), come una delle penitenti della Congregazione delle Suore della Beata Vergine Maria della Misericordia a Vilna (Vilnius, Lituania), via Senatorska 25. In quel periodo ero conferssore ordinario di questa Congregazione. Attirò la mia attenzione con una sensibilità straordinaria e raffinatezza della coscienza, come anche con la sua stretta unione con Dio. Il più delle volte non c’era materia per l’assoluzione e mai offese Dio con un peccato grave.
Sin dall’inizio mi comunicò di conoscermi da tempo grazie a qualche visione, che dovrei essere il suo direttore spirituale e che dovrei realizzare qualche piano Divino che mi sarebbe stato trasmesso per il suo tramite. Non ho preso sul serio questo suo racconto e ho sottomesso suor Faustina a una prova la quale la spinse a cercare un altro confessore, col permesso della Superiore. Dopo un certo tempo tornò da me e dichiarò di essere pronta a sopportare tutto ma non andrà più via da me. Non posso ripetere in questo luogo i dettagli di questo colloquio che in parte si trova nel suo diario che scriveva su ordine mio, poiché più tardi le avevo vietato di raccontare le sue esperienze durante la confessione.
Conoscendo meglio suor Faustina, constatai che i doni dello Spirito Santo operavano in lei in un modo nascosto, ma in alcuni momenti, assai frequenti, si manifestavano più chiaramente, conferendole un’inuizione viva che coinvolgeva la sua anima, risvegliava gli slanci di amore, di nobili ed eroici atti di rinnegamento di se stessa. Particolarmente spesso si verificava l’opera del dono della scienza, sapienza e intelletto grazie ai quali suor Faustina vedeva chiaramente la nullità delle cose terrene e l’importanza della sofferenza e delle mortificazioni.
Comprendeva con semplicità gli attributi di Dio, e particolarmente la Sua Misericordia Infinita. Alle volte aveva la visione beatificante vedendo una luce inaccessibile. Fissava lo sguardo in questa luce per un po’ di tempo, vedendo apparire la figura di Cristo che camminava, benedicendo il mondo con la mano destra, e con la mano sinistra apriva la veste vicino al. Cuore. Da sotto la veste uscivano due raggi - bianco e rosso. Suor Faustina aveva tali visioni, e altre ancora, già da alcuni anni e sentiva le parole soprannaturali che percepiva con il senso dell’udito, con l’immaginazione e con la mente.
Temendo che suor Faustina potesse avere delle illusioni o allucinazioni mi rivolsi alla Superiora, Madre Irene, per essere informato chi era suor Faustina, che opinione avevano di lei altre Suore della Congregazione e le Superiori. Chiesi anche di controllare il suo stato di salute dal punto di vista psicologico e fisico. Dopo aver ricevuto delle risposte positive sotto ogni aspetto, aspettai ancora per un po’di tempo, in parte non credevo fino alla fine, riflettevo, pregavo e cercavo, chiedevo consigli ad alcuni sacerdoti più esperti per sapere come comportarmi, senza dire di che cosa né di chi si trattasse.


Continua: http://faustina-messaggio.com/sopocko_faustyna_wl.htm

Don Michele Sopocko



Nell'ambito del grandioso progetto affidato da Gesù a Santa Faustina Kowalska per la divulgazione della Insondabile Misericordia di Dio per il mondo intero, riveste grande importanza la figura di un sacerdote: Don Michele Sopocko, confessore e padre spirituale di Santa Faustina.

In queste pagine potrete approfondire la sua vita e gli accadimenti che lo portarono ad incontrare la santa, diventando così mezzo e interprete del divino messaggio.



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"...Una volta vidi suor Faustina in estasi. Era il 2 settembre 1938, quando la visitai all’ospedale di Pradnik e la salutai prima di partire per Vilna.
Mi allontanai un po’e poi mi ricordai di avere portato alcune copie di preghiere alla Divina Misericordia stampate a Cracovia (novena, litanita e coroncina).
Tornai subito indietro per consegnarle a lei. Aprendo la porta della stanzetta singola, dove si strovava, la vidi accolta in preghiera.
Era seduta, ma era quasi sollevata al di sopra del letto. Lo sguardo fissava qualche oggetto invisibile, le pupille erano un po’dilatate, non si accorse che io fossi entrato mentre io non volevo disturbarla e avevo intenzione di indietreggiare.
Tuttavia presto tornò in sé, notò la mia presenza, chiese scusa per non aver udito quando bussavo alla porta e quando entravo.
Le consegnai queste preghiere e la salutai, e lei mi disse: "Arrivederci in cielo!".
Quando il 26 settembre andai a farle un’ultima visita a Lagiewniki, non volle più conversare, o piuttosto non riusciva più a farlo, dicendo: "Sono occupata a stare col Padre Celeste".
Infatti, dava l’impressione di un essere soprannaturale.
In quel momento non avevo alcun dubbio che era vero tutto quello che raccontava nel diario sulla Santa Comunione ricevuta in ospedale dalle mani di un Angelo..."

domenica 27 luglio 2008

DALL’ILLUSIONE ALLA VERITA’


Testimonianza dal vivo di Gloria Polo,medico dentista,
in una chiesa di Caracas, Venezuela,il giorno 5 maggio 2005.

“Sono stata alle porte del cielo
e dell’inferno”



DICHIARAZIONE

Dopo l’abrogazione dei canoni 1399 e 2318 del Codice di Diritto Canonico, ad opera di Paolo VI in AAS 58 (1966), gli scritti riguardanti nuove apparizioni, manifestazioni, miracoli, ecc., possono essere divulgati e letti dai fedeli anche senza autorizzazione esplicita da parte dell’autorità ecclesiastica, purché i contenuti osservino in tutto la morale cristiana .

In accordo con il decreto di Urbano VIII, dichiariamo che, ai fatti narrati o presentati, non si dà ufficialmente alcun valore soprannaturale, fino a quando l’Autorità Ecclesiastica non abbia espresso il suo giudizio.

CON LA PUBBLICAZIONE DI QUESTA TESTIMONIANZA, NON SI VUOLE IN ALCUN MODO ANTICIPARE IL GIUDIZIO DEFINITIVO DELLA CHIESA, PERTANTO CI SI SOTTOMETTERÀ PIENAMENTE ALLLE SUE DECISIONI UFFICIALI.




"Pioveva molto e mio nipote ed io stessa, ci riparavamo sotto un piccolo ombrello. Mio marito, coperto da un impermeabile si avvicinò alla biblioteca del Campus. Mio nipote ed io lo seguivamo, ci siamo diretti verso degli alberi per sfuggire agli scrosci d'acqua. In quell'attimo siamo stati tutt'e due colpiti da un fulmine. Mio nipote è morto sul colpo; era giovane e nonostante la sua giovane età, si era consacrato a Nostro Signore; aveva una grande devozione per Gesù Bambino."

sabato 26 luglio 2008

Lettera Enciclica Spe Salvi



"...Giungere a conoscere Dio – il vero Dio, questo significa ricevere speranza. Per noi che viviamo da sempre con il concetto cristiano di Dio e ci siamo assuefatti ad esso, il possesso della speranza, che proviene dall'incontro reale con questo Dio, quasi non è più percepibile..."

"....Nella gran parte degli uomini – così possiamo supporre – rimane presente nel più profondo della loro essenza un'ultima apertura interiore per la verità, per l'amore, per Dio. Nelle concrete scelte di vita, però, essa è ricoperta da sempre nuovi compromessi col male – molta sporcizia copre la purezza, di cui, tuttavia, è rimasta la sete e che, ciononostante, riemerge sempre di nuovo da tutta la bassezza e rimane presente nell'anima. Che cosa avviene di simili individui quando compaiono davanti al Giudice? Tutte le cose sporche che hanno accumulate nella loro vita diverranno forse di colpo irrilevanti? O che cosa d'altro accadrà? San Paolo, nella Prima Lettera ai Corinzi, ci dà un'idea del differente impatto del giudizio di Dio sull'uomo a seconda delle sue condizioni. Lo fa con immagini che vogliono in qualche modo esprimere l'invisibile, senza che noi possiamo trasformare queste immagini in concetti – semplicemente perché non possiamo gettare lo sguardo nel mondo al di là della morte né abbiamo alcuna esperienza di esso. Paolo dice dell'esistenza cristiana innanzitutto che essa è costruita su un fondamento comune: Gesù Cristo. Questo fondamento resiste. Se siamo rimasti saldi su questo fondamento e abbiamo costruito su di esso la nostra vita, sappiamo che questo fondamento non ci può più essere sottratto neppure nella morte..."





http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/encyclicals/documents/hf_ben-xvi_enc_20071130_spe-salvi_it.html

Lettera Enciclica Deus Caritas Est


INTRODUZIONE

1. « Dio è amore; chi sta nell'amore dimora in Dio e Dio dimora in lui » (1 Gv 4, 16). Queste parole della Prima Lettera di Giovanni esprimono con singolare chiarezza il centro della fede cristiana: l'immagine cristiana di Dio e anche la conseguente immagine dell'uomo e del suo cammino. Inoltre, in questo stesso versetto, Giovanni ci offre per così dire una formula sintetica dell'esistenza cristiana: « Noi abbiamo riconosciuto l'amore che Dio ha per noi e vi abbiamo creduto ».

Abbiamo creduto all'amore di Dio — così il cristiano può esprimere la scelta fondamentale della sua vita. All'inizio dell'essere cristiano non c'è una decisione etica o una grande idea, bensì l'incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva. Nel suo Vangelo Giovanni aveva espresso quest'avvenimento con le seguenti parole: « Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui ... abbia la vita eterna » (3, 16). Con la centralità dell'amore, la fede cristiana ha accolto quello che era il nucleo della fede d'Israele e al contempo ha dato a questo nucleo una nuova profondità e ampiezza. L'Israelita credente, infatti, prega ogni giorno con le parole del Libro del Deuteronomio, nelle quali egli sa che è racchiuso il centro della sua esistenza: « Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo. Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze » ( 6, 4-5). Gesù ha unito, facendone un unico precetto, il comandamento dell'amore di Dio con quello dell'amore del prossimo, contenuto nel Libro del Levitico: « Amerai il tuo prossimo come te stesso » (19, 18; cfr Mc 12, 29-31). Siccome Dio ci ha amati per primo (cfr 1 Gv 4, 10), l'amore adesso non è più solo un « comandamento », ma è la risposta al dono dell'amore, col quale Dio ci viene incontro.

In un mondo in cui al nome di Dio viene a volte collegata la vendetta o perfino il dovere dell'odio e della violenza, questo è un messaggio di grande attualità e di significato molto concreto. Per questo nella mia prima Enciclica desidero parlare dell'amore, del quale Dio ci ricolma e che da noi deve essere comunicato agli altri. Ecco così indicate le due grandi parti di questa Lettera, tra loro profondamente connesse. La prima avrà un'indole più speculativa, visto che in essa vorrei precisare — all'inizio del mio Pontificato — alcuni dati essenziali sull'amore che Dio, in modo misterioso e gratuito, offre all'uomo, insieme all'intrinseco legame di quell'Amore con la realtà dell'amore umano. La seconda parte avrà un carattere più concreto, poiché tratterà dell'esercizio ecclesiale del comandamento dell'amore per il prossimo. L'argomento si presenta assai vasto; una lunga trattazione, tuttavia, eccede lo scopo della presente Enciclica. È mio desiderio insistere su alcuni elementi fondamentali, così da suscitare nel mondo un rinnovato dinamismo di impegno nella risposta umana all'amore divino.

http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/encyclicals/documents/hf_ben-xvi_enc_20051225_deus-caritas-est_it.html

Oratio ad Sanctum Michael

Sancte Michael Archangele, defende nos in proelio; contra nequitiam et insidias diaboli esto praesidium. Imperet illi Deus, supplices deprecamur: tuque, Princeps militiae caelestis, Satanam aliosque spiritus malignos, qui ad perditionem animarum pervagantur in mundo, divina virtute in infernum detrude. Amen.

San Michele Arcangelo, difendici nella battaglia; sii nostro aiuto contro la malvagità e le insidie del diavolo. Che Dio eserciti su di lui il suo dominio, preghiamo supplichevoli: e tu, o Principe della milizia celeste, col divino potere ricaccia nell'inferno Satana e gli altri spiriti maligni che si aggirano per il mondo per perdere le anime. Amen.


Come è nata questa preghiera?

http://www.preghiereagesuemaria.it/devozioni/devozione%20visione%20diabolica%20di%20leone%20xiii.htm

venerdì 25 luglio 2008

Dal Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica



Parte III - Sezione I: La dignità della persona umana
Pastorale & Spiritualità - venerdì 25 luglio 2008

Marcellino Pane e Vino







Ho sempre amato questo film, sin da piccola trovavo in esso un messaggio chiaro e forte:
Dio mi ama e mi è vicino.
Come è bello ancora oggi questo semplice messaggio!
Che tutti i bimbi del mondo possano riceverlo nel loro cuore!
Pace e Bene

giovedì 24 luglio 2008

Dal Diario di Santa Faustina Kowalska



Gesù Confido in Te.

In un breve video vengono riportate alcune delle frasi che Gesù stesso dettò a Santa Faustina Kowalska per diffondere ed onorare il culto della Sua infinita misericordia.
(fonte: Gloria.tv)

Santa Teresina del Bambin Gesù



Questo documentario restituisce un aspetto inedito ed inesplorato della vita della Santa, mostrandoci l'originalità del suo percorso spirituale illuminato dal Volto Santo, al quale Teresa si era consacrata il 6 agosto 1886
(fonte: gloria.tv)

mercoledì 23 luglio 2008

Piergiorgio Frassati: un modello per i giovani di tutto il mondo.

Per la Giornata Mondiale della Gioventù le spoglie mortali di Frassati hanno lasciato il Duomo di Torino e sono state trasportate in Australia




Per i giovani, i modelli sono importanti. Per questo il beato Piergiorgio Frassati ha ricoperto un ruolo chiave nelle ultime Giornate Mondiali della Gioventù. Tuttavia questa è la prima volta che il suo corpo incorrotto è presente in un evento del genere.
(fonte: gloria.tv)

martedì 22 luglio 2008

La Liturgia è bellezza




Intervista a Monsignor Joseph Kramer, il sacerdote chiamato alla guida della prima Chiesa tradizionalista d’Italia e d’Europa: “Il Motu Proprio di Benedetto XVI un atto di giustizia e libertà”.
di Bruno Volpe

Con l’istituzione della cinquecentesca Chiesa della Santissima Trinità dei Pellegrini in Roma a prima Parrocchia d’Italia e d’Europa in cui sia possibile assistere solo ed esclusivamente alla Messa celebrata con il rito tridentino di San Pio V, il 56enne Monsignor Josef Kramer, cui è stata affidata la guida pastorale del noto complesso religioso, si è assunto l’onere, e l’onore, di far riscoprire la luminosa e gloriosa liturgia pre-conciliare nella Capitale della cristianità. Un compito avvincente, sicuramente impegnativo, affidatogli dal Vicariato alla luce del Motu Proprio ‘Summorum Pontificum’ di Benedetto XVI.

Monsignor Kramer, qual è il Suo programma?

“Intanto di celebrare degnamente la Santa Messa; poi, di far diventare la Parrocchia un punto di riferimento per i fedeli tradizionalisti. Voglio una Chiesa disponibile e aperta 24 ore su 24, corsi di direzione spirituale, aggiornamenti per sacerdoti che vogliano apprendere la celebrazione della Messa secondo il rito antico, corsi di catechismo. Ecco, punto a creare una Parrocchia viva”.

Le porte, dunque, sono aperte anche a quei presbiteri che non conoscono il messale di San Pio V ma vogliono imparare…

“Chiunque voglia imparare e collaborare è il benvenuto: la barca di Pietro non esclude mai nessuno”.

A Suo avviso, quale messaggio ha voluto trasmettere il Santo Padre con il Motu Proprio ‘Summorum Pontificum’?

“Il Papa ha voluto rivalutare un gioiello che mai era stato messo al bando. Personalmente, ritengo sia stato un atto di giustizia e libertà. E con la stessa convinzione considero sbagliate le critiche, sia interne che esterne alla Chiesa, al Motu Proprio. Il Pontefice ha lanciato in segno di unità, non di divisione; ha porto la mano ai tradizionalisti senza nulla togliere agli altri. Altro che Chiesa parallela, come temeva qualcuno…”.

Monsignore, comunque non c’è che dire, il rito tridentino ha un fascino tutto particolare: il sacerdote di spalle ai fedeli e l’intera assemblea rivolta verso la Croce, la Comunione in ginocchio, le orazioni in latino…

“E’ vero. Si tratta di un messale bellissimo, un tesoro che grazie alla lungimiranza del Papa ora ritrova forza e spazio nella Chiesa”.

Anche Lei pensa che ci siano stati troppi abusi con il Novus Ordo?

“Non voglio alimentare polemiche. Mi limito ad osservare che la liturgia dev’essere bellezza e non spettacolo; che essa è la contemplazione del Mistero di Cristo e non proprietà del celebrante. Tuttavia, è inutile nascondere che anche con il rito tridentino, in passato, ci siano stati degli abusi. Secondo me, il problema non è come si celebra, ma con quale animo il sacerdote si accosta all’altare”.

Fatto sta che dopo il Concilio Vaticano II, in omaggio al criterio della creatività liturgica, si sono verificati abusi e stravaganze di ogni tipo…

“Non lo scopriamo oggi, lo ha scritto lo stesso Papa Benedetto XVI nell’introduzione al Motu Proprio. Nel mio piccolo, resto convinto che la Messa non sia un passatempo e vada celebrata sempre con decoro, possibilmente da sacerdoti preparati”.

Monsignor Kramer, Lei è australiano: senza nulla togliere alla Sua preparazione e alle Sue capacità, come mai il Vicariato di Roma ha scelto per la prima parrocchia tradizionalista un sacerdote straniero? I presbiteri italiani sono impreparati?

“Anche io mi sono meravigliato. Per rispondere alla sua domanda, credo che la scelta sia ricaduta su di me perché i sacerdoti, in particolare quelli giovani, non importa se italiani o stranieri, non conoscono bene il latino e la liturgia del rito tridentino. Ora, se vogliono imparare, la mia Parrocchia è a loro completa disposizione”.
Cosa aggiungere? Introibo ad altare Dei.

lunedì 21 luglio 2008

Adoro Te Devote.

La Santa Messa Tridentina



Cos'è la S. Messa in Rito Antico?

La S. Messa in Rito Antico è la Messa in vigore prima dell'attuale riforma liturgica. Essa ha sempre attratto per la sua bellezza, devozione e capacità di conciliare il raccoglimento e la reverenza verso il Sacrificio Eucaristico.
Il precedente Pontefice, Giovanni Paolo II, con il Motu Proprio "Ecclesia Dei" aveva già voluto acconsentire alle numerose richieste e preghiere dei fedeli legati all'antica liturgia, lasciando ai singoli vescovi la facoltà di concederne la celebrazione.

Ora, con il nuovo Motu Proprio "Summorum Pontificum", il nostro amato Santo Padre ha aperto ancor più generosamente le braccia materne della Chiesa, togliendo praticamente ogni vincolo e affermando che il Rito Romano Antico non è mai stato abrogato.

La Liturgia Tradizionale

La Messa Tradizionale è celebrata in lingua latina (tranne l'omelia) e con il sacerdote rivolto verso il Crocifisso presente su o dietro l'altare.

Il celebrante, quindi, guida il popolo, e tutti sono rivolti verso la Croce.
Le letture possono anche essere pronunciate in lingua nazionale.
La Santa Comunione viene ricevuta in ginocchio alla balaustra e solo sulla lingua

Dio, Dio, Dio mio




Voglio portare scritto sulla mia fronte: Dio è la mia gloria...
Sul mio intelletto: Dio è la mia luce!
Sul mio cuore: Dio è il mio amore!
Ciò che non viene da Lui, io voglio aborrirlo...
Un libro che abbia una sola ombra contro la Sua gloria, per me è più fetido di un sepolcro...
Una conoscenza che non mi porti a conoscerlo e ad amarlo, per me è più tenebrosa di un abisso...
Dio, Dio, Dio mio, che cosa dirò di te, io, piccola creatura?
Farò del mio intelletto un timpano di luce, per osannare alla tua eterna verità...
Farò del mio cuore un cembalo d'amore, per cantarti amore...
Farò del mio corpo un'arpa a dieci corde, intonate ai tuoi comandi, per cantarti tutta la mia fedeltà!
E, mondato dalla tua misericordia, vivificato dal tuo amore, ti dirò che sono tuo e canto in eterno le tue misericordie...

(Don Dolindo Ruotolo)

venerdì 18 luglio 2008

PERCHE' MARIA CI E' NECESSARIA / 3





Perché Maria è il Paradiso e il mondo di Dio
19. Non c'è, né ci sarà mai creatura alcuna in cui Dio sarà più grande, al di fuori di Lui stesso e in Lui stesso, che nella divina Maria, senza eccettuare i Beati, i Cherubini e i più alti Serafini, nel Paradiso stesso. Maria è il Paradiso di Dio e il suo mondo ineffabile, dove il Figlio di Dio è entrato per operarvi meraviglie, per custodirlo, per compiacervisi. Egli ha creato un mondo per l'uomo pellegrino, ed è questo che abitiamo; ha creato un mondo per l'uomo beato, ed è il Paradiso; ma ne ha creato un altro per Lui stesso e gli ha dato nome Maria: mondo, questo, sconosciuto a quasi tutti i mortali qui in terra, e incomprensibile anche a tutti gli Angeli, i Beati Comprensori del Cielo, i quali, meravigliati di vedere Dio così alto e così distante da tutti loro, così separato e così nascosto nel suo mondo, la divina Maria, esclamano giorno e notte: "Santo, Santo, Santo!".


Paradiso dove lo Spirito santo fa entrare la nostra anima perché vi trovi Dio
20. Beata, mille volte beata è quaggiù quell'anima, a cui lo Spirito Santo rivela il segreto di Maria, perché lo conosca; a cui apre questo giardino chiuso perché vi entri; questa fonte suggellata perché vi attinga e beva a gran sorsi le acque vivificatrici della grazia! Quest'anima non troverà che Dio solo, senza creatura, in quest'amabile creatura: ma Dio nello stesso tempo infinitamente santo ed elevato, infinitamente condiscendente e proporzionato alla propria debolezza. Dio, essendo dappertutto, si può trovare dappertutto, perfino nell'inferno; ma non vi è luogo in cui la creatura possa trovarlo più vicino a sé e più proporzionato alla propria debolezza quanto in Maria, poiché appunto per questo Dio si incarnò in Lei. Dovunque egli è il pane dei forti e degli Angeli, ma in Maria è il Pane dei figli.

Perché Maria, lontano dall'esserci di ostacolo, getta la nostra anima in Dio e la unisce a Lui
21. Non si creda, dunque, come alcuni falsi illuminati, che Maria, perché creatura, sia di impedimento all'unione con il Creatore; non è più Maria che vive, ma Gesù Cristo solo, Dio solo che vive in Maria. La sua trasformazione in Dio supera quella di San Paolo e degli altri Santi, molto più che il Cielo non superi in altezza la terra. Maria è stata creata solo per Dio, e quindi, ben lontano dal ritenere per se stessa un'anima, la getta in Dio e la unisce a Lui tanto più perfettamente quanto più questa anima è unita a Lei. Maria è l'eco meravigliosa di Dio, che non risponde che: "Dio", quando le si grida: "Maria"; che glorifica soltanto Dio, quando, con Sant'Elisabetta, viene chiamata beata. Se i falsi illuminati, così miseramente ingannati dal demonio perfino nell'orazione avessero saputo trovare Maria, e per mezzo di Maria, Gesù e, per mezzo di Gesù, Dio, non sarebbero caduti così miseramente.

Quando si è trovata Maria e, per mezzo di Maria, Gesù e, per mezzo di Gesù, Dio Padre, si è trovato ogni bene - dicono le anime sante -, e chi dice ogni bene. non eccettua nulla: ogni grazia ed ogni amicizia presso Dio, ogni sicurezza contro i nemici di Dio, ogni verità contro la menzogna, ogni facilità ed ogni vittoria contro le difficoltà di salvarsi, ogni soavità ed ogni gioia nelle amarezze della vita.

Perché Maria ci dà la grazia di portare con pazienza e con gioia le croci
22. Non è detto che colui, che per mezzo di una vera devozione ha trovato Maria, sia libero da croci e da patimenti; al contrario! Egli, anzi, ne è assalito più di chiunque altro, perché Maria, essendo Madre dei viventi, dà a tutti i suoi figli pezzi dell'Albero di Vita, che è la Croce di Gesù; bensì, se da una parte Maria taglia loro delle buone croci, dall'altra ottiene loro la grazia di portarle con pazienza e perfino con gioia; di modo che le croci che Ella dà a quanti le appartengono, sono piuttosto canditi o croci candite anziché croci amare; ovvero, se per qualche tempo sentono l'amarezza del calice che bisogna bere necessariamente per essere amici di Dio, la consolazione, poi, e la gioia che questa buona Madre fa seguire alla tristezza, li anima incredibilmente a portare croci ancor più pesanti e più amare.

Conclusione di questa prima parte
Per diventare santi, bisogna dunque saper trovare Maria, la Mediatrice delle grazie, e ciò per mezzo di una 'vera devozione' alla Santissima Vergine.
23. La difficoltà è quindi di saper trovare realmente la divina Maria, per trovare ogni grazia in abbondanza. Dio, perché assoluto padrone, può comunicare egli stesso direttamente ciò che in via ordinaria non comunica se non per mezzo di Maria, né senza temerarietà si può negare che qualche volta, anzi, lo faccia; però, nell'ordine della grazia - come dice San Tommaso Dio, visto l'ordine stabilito dalla sua divina Sapienza, ordinariamente non si comunica agli uomini che per mezzo di Maria. Per salire fino a Lui e unirsi a Lui, è necessario servirsi dello stesso mezzo di cui Egli si servì per scendere fino a noi, per farsi uomo e per comunicarci le sue grazie: questo mezzo è una vera devozione a Maria Vergine.

(tratto da "La vera devozione a Maria - di S.Luigi Grignon de Monfort)

PERCHE' MARIA CI E' NECESSARIA / 2






Perché Maria è l'incaricata di nutrire le anime e di farle crescere in Dio
14.8) - Maria ha ricevuto da Dio un particolare dominio sulle anime per nutrirle e farle crescere in Dio. Sant'Agostino giunge a dire che in questo mondo i predestinati sono tutti chiusi nel seno di Maria, e che non vengono alla luce se non quando questa buona Madre li partorisce alla vita eterna: quindi, come il bambino trae tutto il cibo dalla mamma, che lo proporziona alla sua debolezza, così i predestinati traggono da Maria tutto il loro cibo spirituale e tutta la loro forza.

Perché Maria deve abitare nei predestinati
15.9) - A Maria Dio Padre ha detto: "Figlia mia, abita in Giacobbe", cioè nei miei predestinati, di cui Giacobbe è la figura. A Maria il Figlio di Dio ha detto: "Mia cara Madre, abbi la tua eredità in Israele, cioè nei predestinati". A Maria infine lo Spirito Santo ha detto: "Mia fedele Sposa, getta le radici nei miei eletti". Perciò, chiunque è eletto e predestinato, ha la Santa Vergine che dimora dentro se stesso, cioè nella sua anima, e lascia che Ella vi metta le radici di una profonda umiltà, di una carità ardente e di tutte le virtù.

Perché Maria è il "modello vivente" di Dio e dei Santi
16.10) - Maria è chiamata da Sant'Agostino, e di fatto lo è, il modello vivente di Dio, "forma di Dio"; vale a dire che in Lei sola un Dio fatto Uomo è stato formato al naturale, senza che gli mancasse alcun lineamento della divinità, e in Lei sola altresì può essere formato l'uomo in Dio al naturale, per quanto ne è capace l'umana natura, attraverso la grazia di Gesù Cristo.
In due modi uno scultore può fare una statua o un ritratto al naturale:
1) servendosi della sua capacità, della sua forza, della sua scienza e della bontà dei suoi strumenti per scolpire questa statua o ritratto in una materia dura ed informe;
2) gettandola nello stampo.
Il primo modo è lungo e difficile, e soggetto a molti pericoli: spesso basta un colpo di cesello o di martello dato male, per guastare tutta l'opera. Il secondo modo è pronto, facile e dolce, quasi senza fatica e senza spesa, purché lo stampo sia perfetto e rappresenti l'originale, e la materia di cui lo scultore si serve, sia maneggevole, e non resistente alla sua mano.

Modello perfetto in se stesso e che ci tende perfetti in Gesù Cristo
17. Maria è il grande modello di Dio, fatto dallo Spirito Santo, per formare al naturale un Uomo-Dio per mezzo dell'unione ipostatica e per formare un Uomo-Dio per mezzo della grazia. A questo stampo non manca nessun lineamento della divinità: chiunque vi è gettato e si lascia maneggiare, riceve tutti i lineamenti di Gesù Cristo vero Dio, in modo soave e proporzionato all'umana debolezza, senza tanta agonia, né tanto travaglio; in modo sicuro, cioè senza timore di illusioni, dato che il demonio non ha mai avuto, né avrà mai accesso in Maria, santa ed immacolata, senza ombra della minima macchia di peccato.

In una maniera pura e divina
18. O anima cara, quale differenza tra un'anima formata in Gesù Cristo con i metodi ordinari di coloro che, come gli scultori, si fidano della loro abilità e si appoggiano sulla loro capacità, e un'anima molto docile, distaccata da tutto, ben fusa, e che, senza confidare affatto in se stessa, si getta in Maria Santissima e si abbandona all'operazione dello Spirito Santo! Quante macchie, quanti difetti, quante oscurità, quante illusioni, quanto di troppo naturale e di umano c'è nella prima, e quanto la seconda è pura, divina, simile a Gesù Cristo!

(Tratto da "La vera devozione a Maria - S.Luigi Grignon de Monfort)

PERCHE' MARIA CI E' NECESSARIA /1




Perché Maria sola ha trovato grazia davanti a Dio
7.1) - Solo Maria ha trovato grazia davanti a Dio, per sé e per ogni uomo in particolare; i Patriarchi e i Profeti, i Santi tutti dell'Antico Patto non poterono trovare questa grazia.

Perché Maria sola è la Madre della grazia
8.2) - Perché Maria ha dato l'essere e la vita all'Autore di ogni grazia, e perciò è chiamata Madre della Grazia.

Perché Maria sola possiede, dopo Gesù, la pienezza della grazia
9.3) - L'Eterno Padre, dal quale ogni dono perfetto ed ogni grazia discendono a noi come dalla sua sorgente essenziale, nel darle suo Figlio, le ha dato insieme tutte le sue grazie; di modo che, - come dice San Bernardo, - la volontà di Dio le è stata data in Lui e con Lui.

Perché Maria sola è la tesoriera di tutte le grazie di Gesù
10.4) - Dio l'ha scelta per tesoriera, economa e dispensatrice di tutte le grazie; di modo che tutte le sue grazie e tutti i suoi doni passano per le mani di Lei, e, secondo il potere ricevutone, Ella dà, - come dice San Bernardino, - a chi vuole, come vuole, quando vuole e nella misura che vuole, le grazie dell'Eterno Padre, le virtù di Gesù Cristo e i doni dello Spirito Santo.

Perché per avere Dio per Padre, bisogna avere per Madre Maria
11.5) - Come nell'ordine della natura, è necessario che un figlio abbia un padre ed una madre, così nell'ordine della grazia è necessario che un vero figlio della Chiesa abbia Dio per padre e Maria per madre; di modo che, se egli si gloriasse di avere Dio per padre e non avesse la tenerezza di un vero figlio verso Maria, sarebbe un impostore, che avrebbe solo il demonio per padre.

Perché i membri di Gesù devono essere formati dalla Madre di Gesù
12.6) - Avendo Maria formato il Capo dei predestinati, che è Gesù Cristo, tocca pure a Lei di formare le membra di questo Capo, che sono i veri cristiani; nessuna madre, infatti, forma il capo senza le membra, o le membra senza il capo.
Chi dunque aspira ad essere membro di Gesù Cristo, pieno di grazia e di verità, deve essere formato in Maria, attraverso la grazia di Gesù Cristo, che risiede in Lei pienamente, per venire comunicata pienamente ai veri membri di Gesù Cristo e ai veri suoi figli.

Perché per Maria lo Spirito Santo produce i predestinati
13.7) - Lo Spirito Santo ha sposato Maria e prodotto in Lei, per mezzo di Lei e da Lei Gesù Cristo, questo capolavoro, il Verbo Incarnato; e siccome non l'ha mai ripudiata, così continua ogni giorno a produrre in Lei e per mezzo di Lei, in modo misterioso, ma reale, i predestinati.

La Vera Devozione a Maria (San Luigi Grignon de Monfort)





NECESSITA' DI SANTIFICARSI PER MEZZO DI MARIA

Bisogna farsi santi: Dio lo vuole
3. O anima, immagine vivente di Dio e riscattata dal Sangue prezioso di Gesù Cristo, il tuo Signore vuole che tu diventi santa come Lui in questa vita, e gloriosa come Lui nell'altra.

L'acquisto della santità di Dio è la tua sicura vocazione; a questo devono dunque mirare tutti i tuoi pensieri, tutte le tue parole, tutte le tue azioni, tutte le tue pene, e tutti i movimenti della tua vita, altrimenti tu resisti a Dio, non facendo ciò per cui ti ha creata e ti conserva.

Oh, quale opera stupenda! La polvere cambiata in luce, la sozzura in purezza, il peccato in santità, la creatura nel Creatore e l'uomo in Dio!

Oh, opera stupenda! Lo ripeto, ma opera difficile in se stessa ed impossibile con le sole forze della natura. Dio solo, con la sua grazia, ed una grazia copiosa e straordinaria, può venirne a capo; la creazione stessa dell'universo non è un capolavoro così grande come questo!

Per santificarsi, bisogna praticare la virtù
4. Come farai tu, anima predestinata? Di quali mezzi ti servirai per salire dove Dio ti chiama? I mezzi di salvezza e di santità sono noti a tutti sono scritti nel Vangelo, sono spiegati dai maestri della vita spirituale, sono praticati dai Santi e necessari a quanti vogliono salvarsi e giungere alla perfezione; essi sono l'umiltà del cuore, la preghiera continua, la mortificazione universale, l'abbandono alla divina Provvidenza, la conformità alla volontà del Signore.


Per praticare la virtù, è necessaria la grazia di Dio
5. Per servirsi di tutti questi mezzi di salvezza e di santità, la grazia del soccorso di Dio è assolutamente necessaria, e questa grazia è concessa a tutti più o meno grande: nessuno ne dubita.
Dico più o meno grande, poiché il Signore, benché d'infinita bontà, non concede a tutti nella stessa misura ed intensità la sua grazia, sebbene a ciascuno ne dia a sufficienza. Ora, l'anima fedele con una grazia grande fa una grande azione, e, con una grazia debole, ne fa una piccola; quindi il valore e l'eccellenza delle nostre azioni sono in proporzione del valore e dell'eccellenza della grazia concessa da Dio e corrisposta dall'anima. Questi principi sono incontestabili.
Per trovare la grazia di Dio, bisogna trovare Maria

6. Tutto dunque si riduce a trovare un mezzo facile per ottenere da Dio la grazia necessaria per diventare santo: proprio questo mezzo voglio indicarti e dico che per trovare la grazia di Dio, bisogna trovare Maria.

giovedì 17 luglio 2008



Con una messa celebrata dal cardinal George Pell si è' aperta ufficialmente in Australia, a Sydney, la XXIII Giornata mondiale della gioventù. Nella zona della baia si sono radunati 143 mila pellegrini, cifra ben oltre le aspettative degli organizzatori tanto che molti papaboys sono rimasti fuori dai cancelli. Le danze degli aborigeni hanno preceduto la funzione. Per giovedì, giorno dedicato all'accoglienza al Papa si preve un'affluenza record di circa 500 mila giovani. Per consentire a tutti di seguire la messa che sarà celebrata da Benedetto XVI si stanno allestendo diversi maxischermo in tutta la città. 10 mila gli italiani che hanno seguito il Pontefice nel suo lungo viaggio.

Dal discorso del Papa a Barangaroo



....E scopriamo che non soltanto l’ambiente naturale, ma anche quello sociale - l’habitat che ci creiamo noi stessi - ha le sue cicatrici; ferite che stanno ad indicare che qualcosa non è a posto. Anche qui nelle nostre vite personali e nelle nostre comunità possiamo incontrare ostilità a volte pericolose; un veleno che minaccia di corrodere ciò che è buono, riplasmare ciò che siamo e distorcere lo scopo per il quale siamo stati creati. Gli esempi abbondano, come voi ben sapete. Fra i più in evidenza vi sono l’abuso di alcool e di droghe, l’esaltazione della violenza e il degrado sessuale, presentati spesso dalla televisione e da internet come divertimento. Mi domando come potrebbe uno che fosse posto faccia a faccia con persone che soffrono realmente violenza e sfruttamento sessuale spiegare che queste tragedie, riprodotte in forma virtuale, sono da considerare semplicemente come “divertimento”.

Vi è anche qualcosa di sinistro che sgorga dal fatto che libertà e tolleranza sono così spesso separate dalla verità. Questo è alimentato dall’idea, oggi ampiamente diffusa, che non vi sia una verità assoluta a guidare le nostre vite. Il relativismo, dando valore in pratica indiscriminatamente a tutto, ha reso l’“esperienza” importante più di tutto. In realtà, le esperienze, staccate da ogni considerazione di ciò che è buono o vero, possono condurre non ad una genuina libertà, bensì ad una confusione morale o intellettuale, ad un indebolimento dei principi, alla perdita dell’autostima e persino alla disperazione.

Cari amici, la vita non è governata dalla sorte, non è casuale. La vostra personale esistenza è stata voluta da Dio, benedetta da lui e ad essa è stato dato uno scopo (cfr Gn 1,28)! La vita non è un semplice succedersi di fatti e di esperienze, per quanto utili molti di tali eventi possano essere. È una ricerca del vero, del bene e del bello. Proprio per tale fine compiamo le nostre scelte, esercitiamo la nostra libertà e in questo, cioè nella verità, nel bene e nel bello, troviamo felicità e gioia. Non lasciatevi ingannare da quanti vedono in voi semplicemente dei consumatori in un mercato di possibilità indifferenziate, dove la scelta in se stessa diviene il bene, la novità si contrabbanda come bellezza, l’esperienza soggettiva soppianta la verità.

Cristo offre di più! Anzi, offre tutto! Solo lui, che è la Verità, può essere la Via e pertanto anche la Vita. Così la “via” che gli Apostoli recarono sino ai confini della terra è la vita in Cristo. È la vita della Chiesa. E l’ingresso in questa vita, nella via cristiana, è il Battesimo.

Questa sera desidero pertanto ricordare brevemente qualcosa della nostra comprensione del Battesimo, prima di considerare domani lo Spirito Santo. Nel giorno del Battesimo Dio vi ha introdotto nella sua santità (cfr 2 Pt 1,4). Siete stati adottati quali figli e figlie del Padre e siete stati incorporati in Cristo. Siete divenuti abitazione del suo Spirito (cfr 1 Cor 6,19). Perciò, verso la fine del rito del Battesimo, il sacerdote si è rivolto ai vostri genitori e ai partecipanti, e chiamandovi per nome ha detto: “Sei diventato nuova creatura” (Rito del Battesimo, 99).

Cari amici, a casa, a scuola, all’università, nei luoghi di lavoro e di svago, ricordatevi che siete creature nuove.
Come cristiani, voi siete in questo mondo sapendo che Dio ha un volto umano – Gesù Cristo – la “via” che soddisfa ogni anelito umano, e la “vita” della quale siamo chiamati a dare testimonianza, camminando sempre nella sua luce (cfr ibid., 100). Il compito di testimone non è facile. Vi sono molti, oggi, i quali pretendono che Dio debba essere lasciato “in panchina” e che la religione e la fede, per quanto accettabili sul piano individuale, debbano essere o escluse dalla vita pubblica o utilizzate solo per perseguire limitati scopi pragmatici. Questa visione secolarizzata tenta di spiegare la vita umana e di plasmare la società con pochi riferimenti o con nessun riferimento al Creatore. Si presenta come una forza neutrale, imparziale e rispettosa di ciascuno. In realtà, come ogni ideologia, il secolarismo impone una visione globale. Se Dio è irrilevante nella vita pubblica, allora la società potrà essere plasmata secondo un’immagine priva di Dio. Ma quando Dio viene eclissato, la nostra capacità di riconoscere l’ordine naturale, lo scopo e il “bene” comincia a svanire. Ciò che ostentatamente è stato promosso come umana ingegnosità si è ben presto manifestato come follia, avidità e sfruttamento egoistico. E così ci siamo resi sempre più conto del bisogno di umiltà di fronte alla delicata complessità del mondo di Dio.

...Cari amici, la creazione di Dio è unica ed è buona. Le preoccupazioni per la non violenza, lo sviluppo sostenibile, la giustizia e la pace, la cura del nostro ambiente sono di vitale importanza per l’umanità. Tutto ciò non può però essere compreso a prescindere da una profonda riflessione sull’innata dignità di ogni vita umana dal concepimento fino alla morte naturale, una dignità che è conferita da Dio stesso e perciò inviolabile. Il nostro mondo si è stancato dell’avidità, dello sfruttamento e della divisione, del tedio di falsi idoli e di risposte parziali, e della pena di false promesse. Il nostro cuore e la nostra mente anelano ad una visione della vita dove regni l’amore, dove i doni siano condivisi, dove si edifichi l’unità, dove la libertà trovi il proprio significato nella verità, e dove l’identità sia trovata in una comunione rispettosa. Questa è opera dello Spirito Santo! Questa è la speranza offerta dal Vangelo di Gesù Cristo! È per rendere testimonianza a questa realtà che siete stati ricreati nel Battesimo e rafforzati mediante i doni dello Spirito nella Cresima. Sia questo il messaggio che voi portate da Sydney al mondo!

martedì 15 luglio 2008

Una presenza sentita


Nella Cattedrale di St.Mary è stata anche inaugurata la cappella che accoglie il beato italiano, che per la prima volta ha lasciato Torino alla volta dell’Australia. La sua vita e le sue opere sono spiegate in una mostra a pannelli, collocata lungo il percorso che porta alla cappella.


“E’ un grande piacere accogliere con fede il corpo di Pier Giorgio”, spiega Paul Elarde, fondatore di numerosi gruppi australiani dedicati al beato, che ha fortemente voluto che il corpo fosse a Sydney, vincendo anche le rigide imposizioni burocratiche dell’Australia. “Abbiamo conosciuto la figura di Pier Giorgio Frassati durante la GMG di Parigi – continua Elarde -, e da allora coltiviamo una grande devozione per lui. Pensiamo veramente che possa essere un esempio importante per tanti giovani”.

Entusiasta anche la rappresentante del governo australiano, presente alle tante cerimonie prima dell’arrivo in cattedrale. “Abbiamo sempre sentito un grande odore di rose, che ci avvolgeva – ha dichiarato - Sembrava quasi una fragranza di santità”.


Non mancano le curiosità, raccontate da Paul Elarde. “Un giovane di 28 anni è venuto a vedere il corpo e mi ha detto: ‘Sembra un santo australiano’. Quando io gli ho detto che era italiano, lui mi ha risposto: ‘E’ vero, ma lo sentiamo nostro perché incarna in pieno il nostro spirito: scherzava tanto, e poi gli piaceva la birra e lo sport’”.

A fare da sfondo alla semplicissima cassa in legno del beato, un’icona realizzata per l’occasione da un gruppo di ex tossipendenti di Medjugorie. L’immagine raffigura la salita al cielo dei corpi, e in chiave giovane, vuole rappresentare anche la possibilità di uscire da tutte le dipendenze del mondo moderno.

(fonte: www.korazym.org)

Pier Giorgio a Sidney



Pier Giorgio è a Sidney in occasione della GMG 2008.

Gli organizzatori prevedono che nei giorni clou almeno 4mila persone all’ora si recheranno pellegrini nella cattedrale di St. Mary che ospita le sue spoglie.
“I giovani e tutti coloro che si trovano a Sydney sono invitati nella cattedrale di St. Mary, la chiesa madre dell’Australia – fanno sapere dalla diocesi - per riflettere sulle vite di tre dei dieci patroni della GMG, Nostra Signora della Croce del Sud, la beata Mary MacKillop e il beato Pier Giorgio Frassati”.
(fonte: www.korazym.org)

domenica 13 luglio 2008


Magnificat

Magníficat ánima mea Dóminum,
et exsultávit spíritus meus
in Deo salvatóre meo,
quia respéxit humilitátem
ancíllæ suæ.
Ecce enim ex hoc beátam
me dicent omnes generatiónes,
quia fecit mihi magna,
qui potens est,
et sanctum nomen eius,
et misericórdia eius in progénies
et progénies timéntibus eum.
Fecit poténtiam in bráchio suo,
dispérsit supérbos mente cordis sui;
depósuit poténtes de sede
et exaltávit húmiles.
Esuriéntes implévit bonis
et divites dimisit inanes.
Suscépit Ísrael púerum suum,
recordátus misericórdiæ,
sicut locútus est ad patres nostros,
Àbraham et sémini eius in sǽcula.

Glória Patri et Fílio
et Spirítui Sancto.
Sicut erat in princípio,
et nunc et semper,
et in sǽcula sæculórum.
Amen.


Sub tuum præsidium

Sub tuum præsídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;
nostras deprecatiónes ne despícias
in necessitátibus;
sed a perículis cunctis
líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta.

Benedictus

Benedíctus Dóminus, Deus Ísrael,
quia visitávit
et fecit redemptiónem plebi suæ,
et eréxit cornu salútis nobis
in domo David púeri sui,
sieut locútus est per os sanctórum,
qui a sæculo sunt, prophetárum eius,
salútem ex inimícis nostris
et de manu ómnium,
qui odérunt nos;
ad faciéndam misericórdiam
eum pátribus nostris
et memorári testaménti sui sancti,
iusiurándum, quod iurávit
ad Ábraham patrem nostrum,
datúrum se nobis,
ut sine timóre,
de manu inimicórum liberáti,
serviámus illi
in sanetitáte et iustítia coram ipso
omnibus diébus nostris.
Et tu, puer,
prophéta Altíssimi vocáberis:
præíbis enim ante fáciem Dómini
paráre vias eius,
ad dandam sciéntiam salútis
plebi eius
in remissiònem peccatòrum eòrum,
per víscera misericòrdiæ Dei nostri,
in quibus visitábit nos óriens ex alto,
illumináre his, qui in ténebris
et in umbra mortis sedent,
ad dirigéndos pedes nostros
in viam pacis.
Glória Patri et Fílio
et Spirítui Sancto.
Sicut erat in princípio,
et nunc
et semper,
et in sǽcula sæculòrum. Amen.


Angelus Domini

Ángelus Dómini
nuntiávit Mariæ.
Et concépit
de Spíritu Sancto.
Ave, María...
Ecce ancílla Dómini.
Fiat mihi secúndum
verbum tuum.
Ave, María...
Et Verbum caro factum est.
Et habitávit in nobis.
Ave, Maria...
Ora pro nobis, sancta Dei génetrix.
Ut digni efficiámur
promissiónibus Christi.

Orémus.
Grátiam tuam, quǽsumus,
Dómine, méntibus nostris infunde;
ut qui, Ángelo nuntiánte,
Christi Fílii tui incarnatiónem
cognóvimus,
per passiónem eius et crucem,
ad resurrectiónis glóriam perducámur.
Per eúndem Christum
Dóminum nostrum. Amen.
Glória Patri...


Regina Cæli

Regína cæli lætáre,
allelúia.
Quia quelli merúisti portáre,
allelúia.
Resurréxit, sicut dixit,
allelúia.
Ora pro nobis Deum,
allelúia.
Gaude et lætáre, Virgo María,
allelúia.
Quia surréxit Dominus vere,
allelúia.

Orémus.
Deus, qui per resurrectiónem Filii tui Dómini nostri Iesu Christi mundum lætificáre dignátus es, præsta, quǽsumus, ut per eius Genetrícem Virginem Maríam perpétuæ capiámus gáudia vitæ.
Per Christum Dóminum nostrum. Amen.


Salve, Regina

Salve, Regína,
Mater misericórdiæ,
vita, dulcédo et spes nostra, salve.
Ad te clamámus,
éxsules filii Evæ.
Ad te suspirámus geméntes et flentes
in hac lacrimárum valle.
Eia ergo, advocáta nostra,
illos tuos misericórdes óculos
ad nos convérte.
Et Iesum benedíctum fructum
ventris tui,
nobis, posi hoc exsílium, osténde.
O clemens, o pia, o dulcis Virgo María!

Le preghiere Cristiane




Signum Crucis

In nómine Patris
et Filii
et Spíritus Sancti. Amen.








Gloria Patri

Glória Patri
et Fílio
et Spirítui Sancto.
Sicut erat in princípio,
et nunc et semper
et in sǽcula sæculórum. Amen.


Ave, Maria

Ave, Maria, grátia plena,
Dóminus tecum.
Benedícta tu in muliéribus,
et benedíctus fructus ventris tui, Iesus.
Sancta María, Mater Dei,
ora pro nobis peccatóribus, nunc et in hora mortis nostræ.
Amen.


Angele Dei

Ángele Dei,
qui custos es mei,
me, tibi commíssum pietáte supérna,
illúmina, custódi,
rege et gubérna.
Amen.


Requiem Æternam

Réquiem ætérnam dona eis, Dómine,
et lux perpétua lúceat eis.
Requiéscant in pace. Amen.

sabato 12 luglio 2008

Mostra a Sidney su Pier Giorgio Frassati





Le mostre degli italiani a Sydney

Anche gli italiani daranno il loro speciale contributo all’interno degli eventi culturali previsti per la Gmg australiana. Presso il “Sydney Convention and Exhibition Centre”, da martedì 15 a venerdì 18 luglio, sarà possibile ammirare tre mostre riguardanti alcuni dei grandi personaggi contemporanei che accompagneranno i ragazzi durante l’avventura della Giornata Mondiale della Gioventù. Si tratta di Santa Maria Goretti, del beato Pier Giorgio Frassati e del Servo di Dio Giovanni Paolo II in parallelo a Benedetto XVI.

Santa Maria Goretti:

Il percorso espositivo, modulato su pannelli, propone allo spettatore un articolato profilo biografico e spirituale della santa, teso a farne emergere il delicato, ma profondo carisma. “Marietta” ha tratto dalla sua innocenza e dalla sua purezza la determinazione per vivere fino in fondo la sue fede fino all’estremo gesto di perdono verso il suo assassino.
I testi dei pannelli, corredati da foto d’epoca, sono in Italiano e in Inglese.

Pier Giorgio Frassati:

La mostra è composta da una serie di pannelli illustrativi, di video, di oggetti appartenuti al Beato Pier Giorgio. Immaginando di sfogliare l’album fotografico di famiglia, la sua missione è raccontata attraverso un’affascinante collezione delle immagini più significative della sua vita, insieme a testimonianze scritte, riportate nei testi. La mostra intende proporre la sua figura come modello per i giovani del terzo millennio essendo stato lui stesso un giovane che aveva colto in modo intenso il legame tra Eucaristia e carità. La carità verso i “suoi poveri” e i malati fu la costante preoccupazione di Pier Giorgio; il suo amore per la montagna e gli amici più cari si accompagnò ad uno straordinario impegno sociale.
I testi della mostra e della guida sono in Italiano e in Inglese ; i contributi video sottotitolati anch’essi in Inglese.


Giovanni Paolo II e Benedetto XVI:

Attraverso un’ampia selezione di immagini, la mostra presenta una testimonianza su alcune delle qualità che accomunano i due pontefici: la devozione alla Madonna, la cura verso le giovani generazioni, l’amore rispettoso per il creato.
I pannelli fotografici presentano immagini in cui emerge la percezione della continuità tra i due grandi pontefici legati da un comune percorso. Prima di giungere a Sydney la mostra è stata presente a Loreto, durante l’Agorà dei Giovani Italiani e a Cracovia, in occasione del terzo anniversario della morte di Giovanni Paolo II.
Ulteriori informazioni sulle mostre sono disponibili nel sito internet www.gmg2008.it

giovedì 10 luglio 2008

Gesù, Maria vi amo, salvate anime.


(dagli scritti di Suor Consolata Betrone)

Gesù, Maria vi amo,salvate anime.

L'importanza di questa invocazione, corta ma potentissima si può capire dalle parole che Gesù ha ispirato a suor Consolata Betrone e che leggiamo nel suo diario:
Non ti chiedo che questo: un atto d'amore continuo, Gesù, Maria vi amo, salvate anime.
Dimmi, Consolata, che preghiera più bella puoi farmi? Gesù, Maria vi amo, salvate anime: amore e anime! Che cosa vuoi di più bello?
Ho sete del tuo atto d'amore! Consolata, amami tanto, amami solo, amami sempre! Ho sete di amore, ma dell'amore totale, di cuori non divisi. Amami tu per tutti e per ciascun cuore umano che esiste... Ho tanta sete d'amore... Dissetami tu... Lo puoi... Lo vuoi! Coraggio e avanti!
Sai perché non ti permetto tante preghiere vocali? Perché l'atto d'amore è più fecondo. Un "Gesù ti amo" ripara mille bestemmie. Ricorda che un atto perfetto d'amore decide l'eterna salvezza di un'anima. Quindi abbi rimorso a perdere un solo Gesù, Maria vi amo, salvate anime
.


Sono meravigliose le parole di Gesù che esprimono la sua gioia per questa invocazione e ancora di più per le anime che con essa possono raggiungere la salvezza eterna...
Questa consolante promessa la ritroviamo molte volte negli scritti di suor Consolata invitata da Gesù a intensificare e a offrire il suo amore:

Non perdere tempo perché ogni atto d'amore rappresenta un'anima. Di tutti i doni, il dono maggiore che tu possa offrirmi è una giornata ripiena d'amore.
Io desidero un incessante Gesù, Maria vi amo, salvate anime da quando ti alzi a quando ti corichi
.


Gesù non può essere più esplicito e suor Consolata così si esprime:

Appena mi sveglio al mattino incominciare subito l'atto d'amore e a forza di volontà non interromperlo più sino a quando sarò addormentata la sera, pregando che durante il mio sonno l'Angelo mio custode preghi lui in vece mia... Mantenere questo proposito costantemente rinnovandolo mattina e sera.
Passare bene la mia giornata… Sempre unita a Gesù con l'atto d'amore; Egli trasfonderà in me la sua pazienza, fortezza e generosità.

L'atto d'amore che Gesù vuole incessante non dipende dalle parole che si pronunciano con le labbra ma è un atto interiore, della mente che pensa ad amare, della volontà che vuole amare, del cuore che ama. La formula Gesù, Maria vi amo, salvate anime vuol essere semplicemente un aiuto.

E, se una creatura di buona volontà, mi vorrà amare, e farà della sua vita un solo atto d'amore, da quando si alza a quando si addormenta, (col cuore s'intende) Io farò per quest'anima delle follie... Ho sete d'amore, ho sete di essere amato dalle mie creature. Le anime per giungere a Me, credono che sia necessaria una vita austera, penitente. Vedi come mi trasfigurano! Mi fanno temibile, mentre Io sono solamente Buono! Come dimenticano il precetto che Io vi ho dato "Amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta la tua anima ecc..." Oggi, come ieri, come domani, alle mie creature

L'importanza di questa invocazione, corta ma potentissima si può capire dalle parole che Gesù ha ispirato a suor Consolata Betrone e che leggiamo nel suo diario:
Non ti chiedo che questo: un atto d'amore continuo,Gesù, Maria vi amo, salvate anime.

Dimmi, Consolata, che preghiera più bella puoi farmi? Gesù, Maria vi amo, salvate anime: amore e anime! Che cosa vuoi di più bello?
Ho sete del tuo atto d'amore! Consolata, amami tanto, amami solo, amami sempre! Ho sete di amore, ma dell'amore totale, di cuori non divisi. Amami tu per tutti e per ciascun cuore umano che esiste... Ho tanta sete d'amore... Dissetami tu... Lo puoi... Lo vuoi! Coraggio e avanti!
Sai perché non ti permetto tante preghiere vocali? Perché l'atto d'amore è più fecondo. Un "Gesù ti amo" ripara mille bestemmie. Ricorda che un atto perfetto d'amore decide l'eterna salvezza di un'anima. Quindi abbi rimorso a perdere un solo Gesù, Maria vi amo, salvate anime.


Sono meravigliose le parole di Gesù che esprimono la sua gioia per questa invocazione e ancora di più per le anime che con essa possono raggiungere la salvezza eterna... Questa consolante promessa la ritroviamo molte volte negli scritti di suor Consolata invitata da Gesù a intensificare e a offrire il suo amore:

Non perdere tempo perché ogni atto d'amore rappresenta un'anima. Di tutti i doni, il dono maggiore che tu possa offrirmi è una giornata ripiena d'amore.
Io desidero un incessante Gesù, Maria vi amo, salvate anime da quando ti alzi a quando ti corichi.


Gesù non può essere più esplicito e suor Consolata così si esprime:

Appena mi sveglio al mattino incominciare subito l'atto d'amore e a forza di volontà non interromperlo più sino a quando sarò addormentata la sera, pregando che durante il mio sonno l'Angelo mio custode preghi lui in vece mia... Mantenere questo proposito costantemente rinnovandolo mattina e sera.
Passare bene la mia giornata… Sempre unita a Gesù con l'atto d'amore; Egli trasfonderà in me la sua pazienza, fortezza e generosità.
L'atto d'amore che Gesù vuole incessante non dipende dalle parole che si pronunciano con le labbra ma è un atto interiore, della mente che pensa ad amare, della volontà che vuole amare, del cuore che ama. La formula Gesù, Maria vi amo, salvate anime vuol essere semplicemente un aiuto.
"E, se una creatura di buona volontà, mi vorrà amare, e farà della sua vita un solo atto d'amore, da quando si alza a quando si addormenta, (col cuore s'intende) Io farò per quest'anima delle follie... Ho sete d'amore, ho sete di essere amato dalle mie creature. Le anime per giungere a Me, credono che sia necessaria una vita austera, penitente. Vedi come mi trasfigurano! Mi fanno temibile, mentre Io sono solamente Buono! Come dimenticano il precetto che Io vi ho dato "Amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta la tua anima ecc..." Oggi, come ieri, come domani, alle mie creature.

(tramoto sull'Isola di San Pietro - Sardegna)


«Vedi com'è grande, immenso il mare?

Più grande, immensa è la bontà di Dio»


(Maddalena Morano)

mercoledì 9 luglio 2008

La Bontà di Dio




"Il nostro Buon Dio ci ha donato
l’esistenza su questa terra
per offrirci l’occasione
di conoscere la Sua grande bontà di Padre."

Don Bosco - storia di una vocazione - link audio




http://www.donboscoland.it/audio/1puntata_storia_di_una_vocazione.mp3

sabato 5 luglio 2008

Gesù Confido in Te.




Gesù ha deciso di farci dei grandissimi doni, essendo Egli Re della Misericordia ancor prima che Giudice infinitamente giusto, poiché "l'umanità non troverà la pace finché non si rivolgerà con fiducia alla Mia Misericordia". Ecco qui le Sue promesse:


"L'Anima che venererà questa immagine non perirà. Le prometto, ancora sulla Terra, la vittoria sui nemici, ma specialmente in punto di morte.

Io, il Signore, la proteggerò come Mia Gloria. I raggi del Mio Cuore significano Sangue ed Acqua, e riparano le Anime dall'ira del Padre Mio. Beato chi vive alla loro ombra, poiché non lo raggiungerà la mano della Giustizia Divina.

Proteggerò, come una madre protegge il suo bambino, le anime che diffonderanno il culto alla Mia Misericordia, per tutta la loro vita; nell'ora della loro morte, non sarò per loro Giudice ma Salvatore."
. La preghiera di venerazione che Gesù ha dettato è la seguente:


O ACQUA E SANGUE CHE SCATURISCI DAL CUORE DI GESU' COME SORGENTE DI MISERICORDIA PER NOI IO CONFIDO IN TE.




"Io do all'umanità un vaso col quale potrà andare ad attingere le grazie alla sorgente della Misericordia: questo vaso è l'immagine con questa iscrizione: "Gesù, io confido in Te!".

Questa immagine deve continuamente ricordare alla povera umanità l'infinita Misericordia di Dio. Chiunque avrà esposta ed onorata, nella sua casa, la Mia Divina Effigie sarà preservato dal castigo.

Come gli antichi Ebrei che avevano segnato le loro case con la croce fatta col sangue dell'agnello pasquale furono risparmiati dall'Angelo Sterminatore, così sarà in quei tristi momenti per coloro che mi avranno onorato esponendo la mia immagine."

"Quanto più grande è la miseria degli uomini, tanto maggior diritto hanno alla Mia Misericordia, perché desidero salvarli tutti. Scrivi che prima di venire come Giudice, spalancherò tutta la grande porta della Mia Misericordia. Chi non vuol passare da questa porta, dovrà passare per quella della Mia Giustizia.
La sorgente della Mia Misericordia è stata aperta dal colpo di lancia sulla Croce, per tutte le Anime. Non ne ho esclusa nessuna. L'umanità non troverà né tranquillità né pace finché non si rivolgerà alla Mia Misericordia. Dì all'umanità sofferente che si rifugi nel Mio Cuore Misericordioso, ed Io la ricolmerò di pace
."

"Desidero che la prima domenica dopo Pasqua sia la Festa della Mia Misericordia. Figlia Mia, parla a tutto il mondo della Mia incommensurabile Misericordia! L'Anima che in quel giorno si sarà confessata e comunicata, otterrà piena remissione di colpe e castighi. Desidero che questa Festa si celebri solennemente in tutta la Chiesa."

Come invocare la Misericordia di Gesù Cristo Gesù, nella Sua infinita Misericordia ha ispirato a Suor Faustina la seguente potentissima preghiera, la Coroncina della Divina Misericordia, che si recita sulla corona del S. Rosario. Gesù ha promesso:

"Concederò grazie senza numero a chi recita questa Corona. Se recitata accanto ad un morente non sarò giusto Giudice, ma Salvatore.".

In principio:
Padre Nostro, Ave Maria, Credo.

Sui 5 grani maggiori:
Eterno Padre, io Ti offro il Corpo, il Sangue, l'Anima e la Divinità del Tuo dilettissimo Figlio e Nostro Signore Gesù Cristo, in espiazione dei nostri peccati e di quelli del mondo intero.

Sui grani minori:
Per la Sua dolorosa Passione abbi misericordia di noi e del mondo intero.
Alla fine (3 volte):
Santo Dio, Santo Forte, Santo Immortale abbi pietà di noi e del mondo intero.

Santa Faustina Kowalska





Nell'Antico Testamento mandai al Mio popolo i profeti con i fulmini. Oggi mando te a tutta l'umanità con la Mia misericordia. Non voglio punire l'umanità sofferente, ma desidero guarirla e stringerla al Mio Cuore misericordioso (D., p. 522).



La missione di Suor Faustina consiste in tre compiti:

- Avvicinare e proclamare al mondo la verità rivelata nella Sacra Scrittura sull'amore misericordioso di Dio per ogni uomo.

- Implorare la misericordia Divina per tutto il mondo, soprattutto per i peccatori, tra l'altro attraverso la prassi delle nuove forme di culto della Divina Misericordia indicate da Gesù: l'immagine di Cristo con la scritta: Gesù confido in Te, la festa della Divina Misericordia nella prima domenica dopo Pasqua, la coroncina alla Divina Misericordia e la preghiera nell'ora della Misericordia (ore 15). A queste forme del culto e anche alla diffusione della devozione alla Divina Misericordia il Signore allegava grandi promesse a condizione dell'affidamento a Dio e dell'amore attivo per il prossimo.

- Ispirare un movimento apostolico della Divina Misericordia con il compito di proclamare e implorare la misericordia Divina per il mondo e di aspirare alla perfezione cristiana sulla via indicata da Suor Faustina. Si tratta della via che prescrive un atteggiamento di fiducia filiale in Dio, che si esprime nell'adempimento della Sua volontà e nell'atteggiamento misericordioso verso il prossimo.


Segretaria del Mio mistero più profondo, ...il tuo compito più profondo è di scrivere tutto ciò che ti faccio conoscere sulla Mia misericordia, per il bene delle anime che leggendo questi scritti proveranno un conforto interiore e saranno incoraggiate ad avvicinarsi a Me (D., p. 557).

Preziosissimo sangue di Gesù





Anima di Cristo santificami.
Corpo di Cristo salvami.
Sangue di Cristo inebriami.
Acqua del costato di Cristo lavami.
Passione di Cristo confortami.
Buon Gesù esaudiscimi.
Nelle tue piaghe nascondimi.
Non permettere che io mi separi da te.
Dal nemico maligno, difendimi,
Nell'ora della mia morte, chiamami.
Comandami di venire da te.
Comandami di venire da te a lodarti con i tuoi santi
nei secoli dei secoli. Amen.

martedì 1 luglio 2008

Solennità del Preziosissimo Sangue di Gesù




1 luglio

Il Sangue, è descritto nella Bibbia come un importante elemento della vita.
"La vita di una creatura risiede nel sangue" (Levitico 17,11). E' soprattutto in questo versetto biblico che si può comprendere l'assoluta importanza che questo liquido comporta nella vita sia degli esseri umani che degli animali.
L'Antico Testamento si sofferma diverse volte sull'argomento del sangue, ribadendone la preziosità. Dio Padre comanda di non versare il sangue, cioè di non spargerlo inutilmente con gli assassinii, di non berlo e di non mangiare carni animali che contengano ancora residui di sangue; perchè il sangue è vita, il sangue è sacro. (Deuteronomio 12,23).
Ed è all'importanza del sangue nell'Antico Testamento, che si affianca l'importanza del sangue Divino di colui che ha voluto assumere la nostra natura umana: Gesù. Il Sangue di Cristo è la più grande e perfetta rivelazione dell'Amore del Padre Celeste e la sua effusione vivificante è sorgente della Chiesa, che continuamente rinasce nutrendosi del Sangue Divino, e, attraverso di essa, è riscatto per l'uomo peccatore a cui viene donata la salvezza.
La vita spirituale trova un insostituibile alimento nel Sangue di Cristo, vero fulcro del cuore, della vita e della missione della Chiesa.
Gesù stesso, nell'Ultima Cena, dà importanza rilevante al Sangue, che è simbolo della Redenzione. Anche San Paolo nelle sue lettere parla con devozione del Riscatto umano dal peccato, che è avvenuto tramite la morte di Gesù, il quale ha tanto amato gli uomini fino a versare il suo Prezioso Sangue.
Dal punto di vista storico si può dire che già anticamente era viva la devozione al Preziosissimo Sangue. Dopo un lungo periodo nel corso del quale questa devozione non venne più praticata, il Sangue di Cristo cominciò nuovamente ad essere adorato nella prima metà dell'ottocento, attorno a una presunta reliquia della Passione che si conservava nella Basilica di S.Nicola in Carcere (oggi S.Giuseppe a Capo le case).
L'iniziatore, fu un pio sacerdote, poi vescovo, don Francesco Albertini, promotore di una Confraternita intitolata appunto al Preziosissimo Sangue, nel cui seno si formarono grandi spiriti che ne proseguirono e ne diffusero la devozione.
Tra gli altri propagatori di questa devozione, brillano i nomi di S.Gaspare del Bufalo, fondatore dei Missionari del Preziosissimo Sangue, e di S.Maria De Mattias, che fondò le Suore Adoratrici del Sangue di Cristo.
In tutta Italia e anche nel mondo, sorsero diversi Istituti femminili dedicati al Sangue di Cristo, come le Suore del Preziosissimo Sangue, fondate a Monza da Madre Maria Matilde Bucchi, le Figlie della Carità del Prezioso Sangue, fondate a Pagani (SA) da don Tommaso Fusco. E ai nostri giorni altre congregazioni presero vita a Honk Kong, in Sudafrica e negli USA.
Nel 1822, S.Gaspare presentò istanza alla Santa Sede per ottenere il "Nulla osta" per la celebrazione della festa del Preziosissimo Sangue. La Sacra Congregazione dei Riti Religiosi, concesse di celebrarla la prima domenica di luglio, ma solo all'interno della congregazione di S. Gaspare.
Pio IX la fissò al primo luglio, e Pio XI la elevò a rito doppio di prima classe nell'aprile 1934, a ricordo del XIX centenario della Redenzione.
Paolo VI poi, abbinò questa festa a quella del Corpus Domini, creando però malcontento tra i devoti e gli istituti religiosi dedicati al Sangue di Cristo. Ricevuti in udienza i devoti e gli istituti, il Papa volle chiarire il significato di tale abbinamento, ribadendo la sua intenzione di non degradare in nessun modo la devozione al Sangue.
Il Santo Padre concesse ugualmente il diritto di celebrare la festa il primo luglio, con liturgia di solennità.
(tratto da: Santi e Beati)