martedì 14 agosto 2012

Fuori della Chiesa c’e’ salvezza?

Porto all'attenzione dei lettori di Sursum Corda un interessante articolo pubblicato nel Bolg "Una Casa Nella Roccia".



Oggi molti mettono in dubbio il fatto che la Chiesa Cattolica sia strumento necessario di salvezza. Ci si chiede: davvero è necessario essere cattolico per salvarsi? E’ mai possibile che fuori della Chiesa non ci sia possibilità di salvezza?

In realtà queste perplessità nascono dal fatto che siamo in piena cultura relativista (non deve esistere nessuna verità assoluta) e soggettivista (ognuno può crearsi la verità che vuole).

Prendendo il Magistero nella sua interezza, la Chiesa si presenta come assolutamente necessaria per la salvezza di ogni uomo.

C’è una famosa frase di origine patristica che dice: “extra Ecclesiam nulla salus”, ovvero: “fuori della Chiesa non vi è salvezza”. Ebbene, questa frase è un’incontestabile verità di fede, è lo è perché è stata continuamente ripetuta dai Padri e dal Magistero.

Ecco alcuni esempi di ciò che a riguardo dicono i Padri della Chiesa, il Magistero e il Nuovo Testamento:




I Padri

Origene (185-254): “(…) nessuno inganni se stesso: fuori di questa casa, cioè fuori della Chiesa nessuno sui salva.” (Homil.3, in Iosue 5)

San Cipriano (200-258): “Fuori dell’arca, il diluvio e la morte; fuori della Chiesa, la dannazione.” (De Unitate Ecclesiae, VI)

Lattanzio (250-320): “Soltanto la Chiesa cattolica ritiene il vero culto. In essa la fonte della verità, il domicilio della fede, il tempio di Dio; in essa se qualcuno non entri o da essa esca, non ha speanza di vita o di salvezza.” (Divinae Institutiones 4, 30, II)

San Girolamo (347-420): “So che la Chiesa è stata edificata su quella pietra (la Cattedra di Pietro). Chiunque mangi l’agnello fuori di questa casa è profano. Se qualcuno non sarà nell’arca di Noé, perirà nel diluvio.” (Epistola ad Damasum, 2)

Sant’Agostino (354-430): “L’uomo non può raggiungere la salvezza se non nella Chiesa cattolica. Fuori della Chiesa tutto può ottenere ma non la salvezza. Può ottenere onore, può avere sacramenti, può cantare ‘alleluja’, rispondere ‘amen’, può tenere l’Evangelo, la fede e predicare nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, ma in nessun parte se non lella Chiesa Cattolica, potrà trovare la salvezza.”(Sermo ad Caesarienses Ecclesiam plebem, 6)

Ancora sant’Agostino: “Chiunque è separato dalla Chiesa Cattolica è votato alla collera divina.” (Epistola CXLI).



Il Magistero

Il Concilio Lateranense IV (1215): “Fuori della Chiesa, nessuno, assolutamente, assolutamente nessuno può essere salvato.”

Pio IX (1792-1878): “(…)al di fuori di essa (la Chiesa cattolica) non vi è la vera fede, né la salvezza eterna, perché non si può avere Dio quale Padre se non si ha la Chiesa quale Madre, e a torto uno può illudersi di fare parte della Chiesa, quando è separato dalla Cattedra di Pietro, sull” quel è fondata la Chiesa.” (Singolari quidam, 222)

San Pio X (1835-1914): “Nessuna Chiesa, fuori della Cattolica-Romana può essere la Chiesa di Gesù Cristo e nemmeno parte di essa, (…).” (Catechismo maggiore, risposta alla domanda Che cosa è la Chiesa?)

Pio XII (1876-1958): “Ora tra le cose che la Chiesa ha sempre predicate e che non cesserà mai dall’insegnare, vi è pure questa infallibile dichiarazione che dice che non vi è salvezza fuori della Chiesa.” (Lettera al Sant’Officio, del 8.11.1949). Queste parole sono importanti perché un papa (in questo caso Pio XII) dice chiaramente che la verità dell’extra Ecclesiam nulla salus (fuori della Chiesa non c’è salvezza) non solo sarà sempre insegnata ma è anche una dichiarazione infallibile.

Proseguiamo con Giovanni XXIII: “(…)gli uomini possono sicuramente raggiungere la salvezza, solamente quando sono a lui (Romano Pontefice) congiunti, poiché il Romano Pontefice è il Vicario di Cristo e rappresenta in terra la sua persona.” (Omelia nel giorno della sua incoronazione, 4.11.1958).

Il Concilio Vaticano II (1962-1065): “Tutti gli uomini che conoscono la Chiesa cattolica e sanno che cosa significa necessità della salvezza, voluta da Dio a mezzo del Cristo, ma non entrano nella Chiesa o non hanno la costanza di rimanervi, non possono essere salvati.” (Lumen Gentium, 16).

Giovanni Paolo II: “Solo nella Chiesa c’è la Verità” (Veritatis Splendor, II, 64).



Il Nuovo Testamento

Per far parte della Chiesa bisogna ricevere il Battesimo, ebbene Gesù dice chiaramente: “Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato” (Marco 16,15-16).

Gesù rivolgendosi agli Apostoli (fondamenta della Chiesa) li indica come assolutamente necessari per aderire a Lui e al Padre: “Chi ascolta voi, ascolta me. Chi disprezza voi disprezza me, ma chi disprezza me disprezza il Padre che mi ha mandato” (Luca 10,16).

A Pietro dice: “Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli” (Mt 16,18).

Ancora sulla necessità di accogliere e ascoltare gli Apostoli: “Se qualcuno non vi accoglie e non ascolta le vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete via la polvere dai vostri piedi.” (Matteo 10,14).

Dice Gesù: “Se non vuole ascoltare nemmeno loro, và a riferire il fatto alla comunità dei credenti. Se poi non ascolterà neppure la comunità, consideralo come un pagano o un estraneo” (Matteo 18,17).

“Andate e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo, insegnando loro ad osservare tutto quello che io vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Matteo 28,19-20).

Conoscere il vangelo è indispensabile, e il vero vangelo è nella Chiesa perché – dice san Paolo – l’accettazione di un altro vangelo pone fuori dalla Comunità:“Orbene, se anche noi stessi o un angelo dal cielo vi predicasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo predicato, sia anatema!” (Galati 1,8).



Chiediamoci: se la Chiesa non fosse necessaria per la salvezza, quale sarebbe il motivo per cui Gesù (come abbiamo già visto) ha comandato di andare fino agli estremi confini della Terra (Marco 16,15-16)?

Sarebbe come mettersi dinanzi a Gesù in Croce è dirgli: “Perché ti sei fatto uomo? Perché sei arrivato a tanto? La tua sofferenza è esagerata ed inutile.”

Avremmo il coraggio di dire queste cose a Gesù? Eppure convincersi che la Chiesa di Gesù non sia indispensabile per la salvezza, vuol dire nullificare il Sacrificio di Cristo, vuol dire rendere inutile l’effusione del Suo Sangue.



Ma chi è fuori della Chiesa non per sua colpa, può essere condannato per questo?

La Chiesa Cattolica da sempre ha affermato che chi si trova fuori della Chiesasenza colpa, non può, per questo, essere condannato.

A riguardo la dottrina cattolica ipotizza due possibili ignoranze: la cosiddettadotta ignoranza e l’ignoranza invincibile.

Per dotta ignoranza (significativa contraddizione: “dotta”/“ignoranza”) s’intende quella situazione in cui non si è mai ricevuto l’annuncio cristiano, per cui si è in uno stato d’ignoranza incolpevole, ma nello stesso tempo si desidera intimamente (ecco perché si parla d’ignoranza “dotta”) di aderire alla Verità che purtroppo non si conosce.

Per ignoranza invincibile s’intende invece quella situazione in cui si è ricevuto l’annuncio cristiano, ma lo stato d’ignoranza è tale (invincibile appunto) che non si può superare. Per esempio, un uomo semplice completamente condizionato dal contesto ambientale e culturale e che quindi non ha la possibilità di capire dove sta la verità e dove sta l’errore.

Queste ignoranze sono di due tipi, ma, spesso, vengono entrambe definite con l’aggettivo di “invincibili”.

Cito un’affermazione di papa Pio IX. L’affermazione è tratta dall’enciclica Singolari quidam del 17.3.1856. Pio IX scrive: “(…) nella Chiesa Cattolica, per il fatto che essa conserva il vero culto, vi è il santuario inviolabile della fede stessa, e il tempio di Dio, fuori del quale, salvo la scusa di una invincibile ignoranza, non si può sperare né la vita né la salvezza”.



Se ci si salva perché si è fuori dalla Chiesa ‘senza colpa’, allora vien meno il principio dell’ ‘extra Ecclesiam nulla salus’ (fuori della Chiesa non c’è salvezza)?

No, non c’è contraddizione.

Condizione necessaria per far parte della Chiesa è ricevere il battesimo. E’ pur vero però che non esiste solo il battesimo-di-acqua (quello che viene amministrato ordinariamente), esistono anche il battesimo-di-sangue e ilbattesimo-di-desiderio.

Il battesimo-di-sangue riguarda il martirio. Convertirsi da adulto significa ricevere il battesimo dopo un’adeguata preparazione; dunque, se intanto dovesse sopraggiungere il martirio, l’effusione del proprio sangue per Cristo conferisce il battesimo.

Il battesimo-di-desiderio invece è più frequente. Un adulto è in attesa di ricevere il battesimo, ma intanto sopraggiunge improvvisamente la morte; ebbene, il desiderio di ricevere il battesimo, in questo caso, lo battezza.

Prendiamo in considerazione quest’ultimo tipo di battesimo. Colui o colei che si trova nella situazione della dotta ignoranza o dell’ignoranza invincibile ha un desiderio di aderire al vero Dio; è un desiderio implicito e non esplicito, ma è ugualmente un desiderio.

Dunque, colui che si trova in uno di questi due principi (dotta ignoranza e ignoranza invincibile) non è formalmente nella Chiesa, ma lo è sostanzialmente. E lo è sostanzialmente grazie ad una sorta di battesimo-di-desiderio. In questo modo viene tanto salvaguardato il giusto principio che possano salvarsi coloro che, in buona fede, non sono cattolici, quanto il principio dell’extra Ecclesiam nulla salus.

Riguardo il desiderio implicito, papa Pio X, nel suo celebre Catechismo, dice: “Chi, trovandosi senza sua colpa, ossia in buona fede, fuori della Chiesa, avesse ricevuto il Battesimo, o ne avesse il desiderio almeno implicito; cercasse inoltre sinceramente la verità e compisse la volontà di Dio come meglio può; benché separato dal corpo della Chiesa, sarebbe unito all’anima di lei e quindi in via di salute”.



Che cosa significano anima e corpo della Chiesa?

L’anima consiste in ciò che la Chiesa ha di interno e spirituale: la Fede, la Speranza, la Carità, i Doni della Grazia e tutti i tesori che si devono ai meriti di Cristo e dei Santi. Il corpo consiste invece in ciò che la Chiesa ha di visibile e di esterno: la società dei fedeli, il culto, il governo, la struttura, il ministero e l’insegnamento.



Qual è il criterio che il Signore utilizza per capire se un’anima desidera davvero aderire a Lui?

[...] Il criterio è lo sforzo di seguire la legge naturale.

Scrive Pio IX nell’enciclica Quanto conficiamur moerore del 10.8.1863: “A voi è assai noto che quelli i quali per ignoranza invincibile non conoscono la nostra religione, ma conoscono la legge naturale ed i suoi precetti da Dio scolpiti nei cuori di tutti e sono disposti ad ubbidire a Dio e menano una vita onesta, questi con l’aiuto della luce e della grazia divina possono conseguire la vita eterna; perchè Dio, il quale vede, scruta e conosce le menti, gli animi, i pensieri, le disposizioni di tutti, per ragione della sua somma bontà e clemenza non può assolutamente permettere che sia punito con eterni supplizi chi non sia reo di colpa volontaria”.

Dunque, la legge naturale è quella legge che è conoscibile attraverso la ragione e che alberga nel cuore di ogni uomo indipendentemente dall’atto di Fede. Certamente per chi è cristiano, con l’aiuto della Grazia, è più facile l’individuazione e la pratica della legge naturale, ma non è impossibile per chi cristiano non è.

1 commento:

  1. Bellissima spiegazione di un concetto solo apparentemente molto restrittivo, poiché l’essere umano è inevitabilmente condizionato dall’ambiente in cui nasce e vive. Vi è anche il passo della “cruna dell’ago” in cui gli ascoltatori dicono “E chi può essere salvato?” Gesù risponde “Ciò che è impossibile agli uomini è possibile a Dio” e questa frase è in perfetta sintonia con la conclusione di questo articolo.
    Gesù dichiara che Dio è il Dio della vita e non della morte e quindi il sacrificio e la resurrezione di Cristo sono per la salvezza di “molti”: “Dopo queste cose vidi: ecco una moltitudine immensa , che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua” (Ap 7,9). Ma l’Apocalisse inizia con l’esortazione alle Chiese di non travisare o modificare il messaggio evangelico e questo dovrebbe far pensare molti a verificare che cosa stanno facendo, poiché solo l’annuncio rigoroso è Verità.

    RispondiElimina

Benvenuto, grazie del tuo contributo...