martedì 27 novembre 2012

Supplica alla Vergine della Medaglia Miracolosa

Da recitarsi oggi 27 Novembre festa della Medaglia dalle 17.00 alle 18.00 ed in ogni urgente necessità.


O Vergine Immacolata, noi sappiamo che sempre ed ovunque sei disposta ad esaudire le preghiere dei tuoi figli esuli in questa valle di pianto, ma sappiamo pure che vi sono giorni ed ore in cui ti compiaci di spargere più abbondantemente i tesori delle tue grazie. Ebbene, o Maria, eccoci qui prostrati davanti a te, proprio in quello stesso giorno ed ora benedetta, da te prescelta per la manifestazione della tua Medaglia. Noi veniamo a te, ripieni di immensa gratitudine ed illimitata fiducia, in quest'ora a te sì cara, per ringraziarti del gran dono che ci hai fatto dandoci la tua immagine, affinché fosse per noi attestato d'affetto e pegno di protezione. Noi dunque ti promettiamo che, secondo il tuo desiderio, la santa Medaglia sarà il segno della tua presenza presso di noi, sarà il nostro libro su cui impareremo a conoscere, seguendo il tuo consiglio, quanto ci hai amato e ciò che noi dobbiamo fare, perché non siano inutili tanti sacrifici tuoi e del tuo divin Figlio. Sì, il tuo Cuore trafitto, rappresentato sulla Medaglia, poggerà sempre sul nostro e lo farà palpitare all'unìsono col tuo. Lo accenderà d'amore per Gesù e lo fortificherà per portare ogni giorno la propria croce dietro a Lui.



Ave, Maria. O Maria concepita senza peccato, prega per noi che ricorriamo a Te.



Questa è l'ora tua, o Maria, l'ora della tua bontà inesauribile, della tua misericordia trionfante, l'ora in cui facesti sgorgare per mezzo della tua Medaglia, quel torrente di grazie e di prodigi che inondò la terra. Fai, o Madre, che quest'ora, che ti ricorda la dolce commozione del tuo Cuore, la quale ti spinse a venirci a visitare e a portarci il rimedio di tanti mali, fai che quest'ora sia anche l'ora nostra: l'ora della nostra sincera conversione, e l'ora del pieno esaudimento dei nostri voti. Tu che hai promesso proprio in quest'ora fortunata, che grandi sarebbero state le grazie per chi le avesse domandate con fiducia: volgi benigna i tuoi sguardi alle nostre suppliche. Noi confessiamo di non meritare le tue grazie, ma a chi ricorreremo, o Maria, se non a te, che sei la Madre nostra, nelle cui mani Dio ha posto tutte le sue grazie? Abbi dunque pietà di noi. Te lo domandiamo per la tua Immacolata Concezione e per l'amore che ti spinse a darci la tua preziosa Medaglia.



Ave, Maria. O Maria concepita senza peccato, prega per noi che ricorriamo a Te.



O Consolatrice degli afflitti, che già ti inteneristi sulle nostre miserie, guarda ai mali da cui siamo oppressi. Fai che la tua Medaglia sparga su di noi e su tutti i nostri cari i tuoi raggi benefici: guarisca i nostri ammalati, dia la pace alle nostre famiglie, ci scampi da ogni pericolo. Porti la tua Medaglia conforto a chi soffre, consolazione a chi piange, luce e forza a tutti. Ma specialmente permetti, o Maria, che in quest'ora solenne ti domandiamo la conversione dei peccatori, particolarmente di quelli, che sono a noi più cari. Ricordati che anch'essi sono tuoi figli, che per essi hai sofferto, pregato e pianto. Salvali, o Rifugio dei peccatori, affinché dopo di averti tutti amata, invocata e servita sulla terra, possiamo venirti a ringraziare e lodare eternamente in Cielo. Amen.



Salve, Regina. O Maria concepita senza peccato, prega per noi che ricorriamo a Te.


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venerdì 23 novembre 2012

LA PROFESSIONE NELL’OFS: DONO E IMPEGNO



LA PROFESSIONE NELL’OFS: DONO E IMPEGNO





Fr. Felice Cangelosi, ofm cap

I. LA PROFESSIONE DONO DELLO SPIRITO

I Fratelli e le Sorelle chiamati alla vita francescana nella Fraternità Secolare emettono la loro Professione durante una specifica celebrazione secondo il Rituale proprio dell’OFS. Questo aspetto è tutt’altro che trascurabile, perché la celebrazione costituisce il momento fondativo dell’essere del professo e simultaneamente è premessa dialogica per una risposta all’azione di Dio. Infatti, le conseguenze dell’impegno espresso dall’uomo con una promessa derivano da un  preimpegno e da una pre-compromissione di Dio nei confronti dell’uomo.
La celebrazione della Professione testimonia tutto questo, perché è azione di Dio ed evento salvifico. Essa è un momento in cui la salvezza raggiunge i fedeli: 
1. abilitandoli a emettere la promessa di vita evangelico-francescana
 2. producendo in essi particolari effetti di grazia, che li deputano a specifici compiti in seno al popolo di Dio.
Solo un uomo santificato nell’azione liturgica, dove sperimenta pienamente l’immensità e la forza  dell’amore di Dio, può essere capace di una risposta di amore. D’altra parte nella celebrazione si riflette il sentire della Chiesa circa la Professione nell’Ordine Francescano Secolare. La liturgia, infatti, è sempre confessione della fede, poiché in essa, cioè nel suo compiersi durante l’azione rituale, la Chiesa proclama in maniera autentica la propria fede nel Mistero della Salvezza che si attua nei fedeli e per i fedeli.

 1. La grazia della Professione
Chi emette la Professione nell’OFS dice: «poiché il Signore mi ha dato questa grazia, rinnovo le mie promesse battesimali e mi consacro al servizio del suo Regno» (Formula della Professione).

domenica 18 novembre 2012

Mons Nicola Bux, La Sacrosanctum Concilium e gli abusi liturgici postconciliari






Interessante intervento di Mons Nicola al Secondo Convegno sul Motu Proprio Summorum Pontificum dedidcato agli abusi liturgici del post-Concilio Vaticano II


sabato 17 novembre 2012

Papa Benedetto XVI: santa Elisabetta d’Ungheria


17 Novembre 
Papa Benedetto XVI ha dedicato l’ultimo nella sua serie di lezioni sulle grandi figure femminili della Chiesa nel Medioevo questo Mercoledì a Santa Elisabetta di Ungheria, conosciuta anche come “Elisabetta di Turingia”:

Cari fratelli e sorelle,
oggi vorrei parlarvi di una delle donne del Medioevo che ha suscitato maggiore ammirazione; si tratta di santa Elisabetta d’Ungheria, chiamata anche Elisabetta di Turingia.

Nacque nel 1207; gli storici discutono sul luogo. Suo padre era Andrea II, ricco e potente re di Ungheria, il quale, per rafforzare i legami politici, aveva sposato la contessa tedesca Gertrude di Andechs-Merania, sorella di santa Edvige, la quale era moglie del duca di Slesia. Elisabetta visse nella Corte ungherese solo i primi quattro anni della sua infanzia, assieme a una sorella e tre fratelli. Amava il gioco, la musica e la danza; recitava con fedeltà le sue preghiere e mostrava già particolare attenzione verso i poveri, che aiutava con una buona parola o con un gesto affettuoso.

sabato 10 novembre 2012

Lettera Apostolica in forma di Motu Proprio "LATINA LINGUA"



LETTERA APOSTOLICA
IN FORMA DI MOTU PROPRIO "LATINA LINGUA"
con la quale viene istituita la Pontificia Accademia di Latinità



1. La lingua latina è sempre stata tenuta in altissima considerazione dalla Chiesa Cattolica e dai Romani Pontefici, i quali ne hanno assiduamente promosso la conoscenza e la diffusione, avendone fatto la propria lingua, capace di trasmettere universalmente il messaggio del Vangelo, come già autorevolmente affermato dalla Costituzione Apostolica Veterum sapientia del mio Predecessore, il Beato Giovanni XXIII.


In realtà, sin dalla Pentecoste la Chiesa ha parlato e ha pregato in tutte le lingue degli uomini. Tuttavia, le Comunità cristiane dei primi secoli usarono ampiamente il greco ed il latino, lingue di comunicazione universale del mondo in cui vivevano, grazie alle quali la novità della Parola di Cristo incontrava l’eredità della cultura ellenistico-romana.
Dopo la scomparsa dell’Impero romano d’Occidente, la Chiesa di Roma non solo continuò ad avvalersi della lingua latina, ma se ne fece in certo modo custode e promotrice, sia in ambito teologico e liturgico, sia in quello della formazione e della trasmissione del sapere.


2. Anche ai nostri tempi, la conoscenza della lingua e della cultura latina risulta quanto mai necessaria per lo studio delle fonti a cui attingono, tra le altre, numerose discipline ecclesiastiche quali, ad esempio, la Teologia, la Liturgia, la Patristica ed il Diritto Canonico, come insegna il Concilio Ecumenico Vaticano II (cfr Decr. Optatam totius, 13).
Inoltre, in tale lingua sono redatti, nella loro forma tipica, proprio per evidenziare l’indole universale della Chiesa, i libri liturgici del Rito romano, i più importanti Documenti del Magistero pontificio e gli Atti ufficiali più solenni dei Romani Pontefici.


3. Nella cultura contemporanea si nota tuttavia, nel contesto di un generalizzato affievolimento degli studi umanistici, il pericolo di una conoscenza sempre più superficiale della lingua latina, riscontrabile anche nell’ambito degli studi filosofici e teologici dei futuri sacerdoti. D’altro canto, proprio nel nostro mondo, nel quale tanta parte hanno la scienza e la tecnologia, si riscontra un rinnovato interesse per la cultura e la lingua latina, non solo in quei Continenti che hanno le proprie radici culturali nell’eredità greco-romana. Tale attenzione appare tanto più significativa in quanto non coinvolge solo ambienti accademici ed istituzionali, ma riguarda anche giovani e studiosi provenienti da Nazioni e tradizioni assai diverse.


4. Appare perciò urgente sostenere l’impegno per una maggiore conoscenza e un più competente uso della lingua latina, tanto nell’ambito ecclesiale, quanto nel più vasto mondo della cultura. Per dare rilievo e risonanza a tale sforzo, risultano quanto mai opportune l’adozione di metodi didattici adeguati alle nuove condizioni e la promozione di una rete di rapporti fra Istituzioni accademiche e fra studiosi, al fine di valorizzare il ricco e multiforme patrimonio della civiltà latina.
Per contribuire a raggiungere tali scopi, seguendo le orme dei miei venerati Predecessori, con il presente Motu Proprio oggi istituisco la Pontificia Accademia di Latinità, dipendente dal Pontificio Consiglio della Cultura. Essa è retta da un Presidente, coadiuvato da un Segretario, da me nominati, e da un Consiglio Accademico.
La Fondazione Latinitas, costituita dal Papa Paolo VI, con il Chirografo Romani Sermonis, del 30 giugno 1976, è estinta.
La presente Lettera Apostolica in forma di Motu Proprio, con la quale approvo ad experimentum, per un quinquennio, l’unito Statuto, ordino che sia pubblicata su L’Osservatore Romano.


Dato a Roma, presso San Pietro, il giorno 10 novembre 2012, memoria di San Leone Magno, anno ottavo di Pontificato.


BENEDICTUS PP XVI

fonte: Vatican

venerdì 9 novembre 2012

Campagna " LIBERA LA DOMENICA"




Con il "sempre aperto"
non sono aumentati i consumi;
non è aumentato il Pil;
non è aumentata l'occupazione.

E se solo la Grande Distribuzione
ne ha tratto un enorme vantaggio...

significa che senza REGOLE
la LIBERTA' di concorrenza
non è in grado di tutelare
la concorrenza stessa.

In nessun Paese d'Europa
ci sono orari liberalizzati
come quelli attualmente
vigenti in Italia

SENZA UNA NUOVA LEGGE,
NEI PROSSIMI 5 ANNI:
altri 80.000 negozi chiuderanno
e le nostre Città
saranno sempre più vuote
e meno sicure.


Informati


Gli eccessi di liberalizzazioni penalizzano i piccoli negozi, costringendo imprenditori e lavoratori a sacrificare valori importanti come la famiglia. Scopri la legge di iniziativa popolare per restituire alle Regioni la facoltà di decidere sulle aperture domenicali.


Scarica il materiale informativo.



Firma

Aiutaci a presentare la legge di iniziativa popolare: aderisci anche tu alla campagna ’libera la domenica’, firmando presso le strutture di Confesercenti sul territorio nazionale. Dal 25 novembre anche presso i sagrati di moltissime chiese italiane.


Scopri quella più vicina a te.


Sito Ufficiale: Libera La Domenica

giovedì 1 novembre 2012

Buona Festa di Ognissanti!


Iniziate col fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile. 
E vi ritroverete a fare l’impossibile. 
(San Francesco d'Assisi)








Grazie a Sergio Mura per l'immagine!