giovedì 16 marzo 2017

l’Italia a testa in giù.





Di Marcello Veneziani

Il mondo capovolto, il diritto a rovescio, l’Italia a testa in giù. I figli non li vuole più nessuno eccetto i gay, le lesbiche e le donne anziane. E via con gli uteri in affitto, le maternità surrogate, l’eterologa, le adozioni di coppie dello stesso sesso. E se la politica tentenna, la magistratura accelera, non applica le leggi ma le crea.

A passo di carica, come non accade per la gran parte dei processi. Ma è sempre colpa della legge che non c’è, la legge come la vogliamo noi; e allora il giudice pietoso con sensibilità sartoriale, l’inventa su misura, per l’occorrenza.

Se un medico è obiettore di coscienza sull’aborto allora si assumono solo medici abortisti, e intanto spopolano il suicidio assistito e l’eutanasia, c’è una vasta tifoseria per i morituri volontari: perché il diritto di vivere di chi nasce si può negare ma non si può nemmeno discutere il diritto di morire a norma di legge, col consenso del prete e con l’aiutino di Stato.

Si possono strappare i figli ai genitori, i nipotini ai nonni, ma vanno autorizzati i figli comprati dalle coppie omosex. Si affrettano i tribunali di Roma, di Firenze e di Trento – quegli stessi tribunali dove tanti processi anche urgenti languono per anni – ad assicurare adozioni e figli di uteri affittati a coppie omosessuali; si mette in marcia il Parlamento per votare il primo step dell’eutanasia, per ora nella forma rassicurante di testamento biologico. Poi per gradi si arriverà al resto.

Quella è la strategia: prima si agitano casi estremi per colpire l’immaginazione popolare, poi si allarga ad altri casi, s’invoca una nuova norma ad hoc e infine si dilata la regola a dismisura.

Così accade con la droga, coi migranti clandestini e con tutti i danni collaterali, inclusi i furti in casa. La colpa non è mai della droga ma di chi ne impedisce l’uso, non è colpa di chi si droga ma della mamma che vi si oppone, non dei clandestini ma di chi li chiama clandestini, non di chi ruba in casa ma di chi si difende in casa propria. Il diritto è diventato il rovescio e chi si oppone viene accusato di sessismo, razzismo, fascismo o xenofobia. Alla fine il criminale sei tu, che subisci o denunci il fatto.

Ma cos’è questa voglia insana di rovesciare la natura, la storia della civiltà, la legge, la realtà e l’umanità come finora è stata concepita? Cos’è questo desiderio di far saltare la famiglia, la maternità, la paternità, la nascita, la vita e la morte, nelle forme finora conosciute? È possibile che una generazione nel giro di pochi anni smantelli il tessuto millenario di una civiltà giuridica e religiosa, civile e naturale, fondata sulla famiglia?

Chi siamo noi, viventi, per ergerci con infinita presunzione a giudici dell’umanità di tutti i tempi e a decidere che finora gli uomini si erano sbagliati ma adesso arriviamo noi e rimediamo agli errori della storia e della natura, dell’esperienza secolare e della vita di generazioni e gridiamo il nostro “tana” salvatutti? Come altro possiamo chiamare questo delirio ideologico, scientifico, giuridico se non una forma virale e distruttiva di pazzia?

Stiamo perdendo il senso del limite, stiamo allevando mostri geneticamente modificati, siamo in piena frenesia di dismisura, vogliamo abbattere i confini tra sessi, limiti d’età e di natura, popoli e desideri. Se ha ragione Schopenhauer, è la natura che sta decidendo di farla finita e si serve della sterilità diffusa, delle pulsioni di morte e di autodistruzione, della stessa omosessualità elevata a modello di vita, per portare all’estinzione l’umanità.

Complimenti, signori, quel che non riuscì a guerre, armi atomiche, rivoluzioni sanguinarie e regimi totalitari, potrà riuscire a voi, pacifisti e libertari, nel nome dei diritti, del progresso e della stessa umanità.

MV, Il Tempo 14 marzo 2017

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